Per invalidità si intende la difficoltà a svolgere alcune funzioni tipiche della vita quotidiana o di relazione, a causa di una menomazione o di un deficit psichico o intellettivo, della vista o dell’udito. Essa viene definita in percentuale, nel caso in cui l’interessato sia maggiorenne. Tra le minorazioni civili, rientrano anche la cecità e il sordomutismo.
L’invalidità civile si differenzia dall’handicap, poiché quest’ultima è una situazione di svantaggio sociale, che dipende non solo dalla disabilità o menomazione, ma anche dal contesto sociale di riferimento in cui una persona vive. Una persona può ottenere sia la certificazione di invalidità civile, cecità o sordomutismo, sia quella di handicap.
Il riconoscimento delle diverse soglie di invalidità civile può dar diritto a differenti benefici (come prestazioni sanitarie gratuite, assunzione obbligatoria al lavoro, esenzione dal ticket), oltre che a diversi tipi di “provvidenze economiche“. Eccole in sintesi.
Assegno mensile di assistenza:
invalidi civili almeno al 74%, età tra i 18 e i 67 anni, nessuna attività lavorativa, reddito inferiore a 5.391,88 euro.
Pensione di inabilità:
invalidi civili al 100%, età tra i 18 e i 67 anni, impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa, reddito inferiore a 17.920,00 euro.
Indennità di accompagnamento:
invalidi civili al 100% con incapacità di deambulare o che necessitino di assistenza continua e che non siano ricoverati gratuitamente in istituto.
Indennità mensile di frequenza:
minori di 18 anni con difficoltà persistenti a svolgere le funzioni proprie dell’età, reddito annuo personale inferiore a 5.391,88 euro.
Assegno sociale:
invalidi civili, titolari di pensione di inabilità o di assegno mensile, dopo il compimento del 67esimo anno di età.